COME SI ALLENANO I BENGALS

Sono le 21 di un mercoledì di fine novembre e in giro per le strade non c’è nessuno: un freddo polare tiene in casa le persone. Lo stadio dei Bengals è chiuso al pubblico – la stagione agonistica non è ancora iniziata – eppure nel parcheggio ci sono una trentina di auto e si vede un movimento in fondo alla pista. I riflettori illuminano un angolo di campo dove quattro persone parlano tra di loro: sono gli allenatori che definiscono il programma dell’allenamento. Tempo un minuto e gli atleti entrano in campo alla spicciolata: qualcuno saltella sul posto per scaldarsi, qualcun’altro fa un po’ di stretching, altri chiacchierano tra di loro; i ragazzi sono sereni. La giornata di studio / di lavoro / di fatica è oramai alle spalle: le ultime ore del giorno vengono dedicate al football. Un coach fischia due volte ed gli atleti si mettono a correre lungo il perimetro del campo: inizia così un altro allenamento.

Questa cosa va avanti dal 1° di ottobre, da quando cioè sono iniziati gli allenamenti dei Bengals sotto la guida dei nuovi coaches: Maggini, Ottenio, Milesi, Ruvalcava Nava, Zammarchi. Tre volte alla settimana dalle 21 alle 23 con qualsiasi clima e in qualsiasi periodo: né il freddo né le festività del calendario sono un buon motivo per interrompere le sedute.

Dopo due mesi di training, abbiamo seguito un’intera sessione per capire il nuovo corso dei Bengals. A prima impressione è evidente il cambio di rotta: i coaches esigono disciplina, puntualità, rispetto, ordine in campo e pulizia. Attitudine, impegno, lavoro, risultati, opportunità… sono le parole che risuonano nei discorsi dei coaches ai ragazzi.

Gli allenamenti seguono un programma definito: un’ora di atletica e un’ora di fondamentali di football. Per il momento i coaches si focalizzano sugli esercizi di preparazione per avere un gruppo preparato fisicamente e tecnicamente per affrontare la seconda parte della stagione di training, quando verranno introdotti gli esercizi di condizionamento e verrà fatto l’installment degli schemi di gioco.

Dunque la preparazione atletica è curata nei minimi particolari: si inizia con la corsa di riscaldamento e si continua con esercizi di pliometria per aumentare la velocità e l’esplosività del sistema muscoli-tendini-articolazioni; si prosegue con esercizi specifici per incrementare la reattività dell’atleta; si finisce con esercizi di stretching per migliorare la coordinazione e la propriocezione, per ridurre la tensione muscolare e soprattutto il rischio di traumi. Non viene dedicato tempo allo sviluppo della forza muscolare: infatti la maggior parte dei ragazzi svolge pesistica in modo autonomo a casa o in palestra.

Coach Maggini confessa: “Una buona preparazione atletica è fondamentale nel football perché riduce il rischio di traumi. Certamente la parte di atletica è quella più “noiosa” perché è ripetitiva e richiede concentrazione nello svolgimento degli esercizi. Molti atleti – anche i professionisti – tendono a memorizzare le varie fasi di un esercizio per poi ripeterle meccanicamente senza pensare a ciò che si sta facendo; la distrazione diventa un problema perché l’atleta non pensa a ciò che sta facendo e finisce per ignorare i segnali che vengono dal corpo. E’ un errore! Un atleta distratto non soltanto spreca tempo, ma mette a rischio anche la propria salute fisica”.

La seconda ora degli allenamenti è dedicata ai fondamentali del football: il lancio, la ricezione, il tackle, la corsa, le prese, i tagli, il kicking. Il gruppo si suddivide tra attacco e difesa e ogni atleta esegue gli esercizi specifici del proprio reparto. La cura dei dettagli è meticolosa: ogni fondamentale – ad esempio la ricezione – viene scomposto nelle sue meccaniche e l’atleta si esercita su ognuna di esse, eseguendole a velocità ridotta; successivamente si ricompongono le varie parti e si arriva all’esecuzione dell’intero esercizio. Questa preparazione si chiama breakdown drill e serve per incrementare la “expertise” del giocatore e ridurre gli errori in fase di gioco. La pratica di questi fondamentali viene svolta in maniera graduale per velocità e per complessità: il training del venerdì viene svolto a tutta velocità – full speed – cercando di rispettare i target time dell’esecuzione.

Nei prossimi mesi gli allenatori introdurranno gli esercizi di condizionamento e infine gli schemi di gioco. Gli esercizi di condizionamento servono a preparare i giocatori ad affrontare una situazione di gioco che verosimilmente troveranno durante una partita: ad esempio per un WR come liberarsi da una doppia marcatura oppure per un LB come entrare nel backfield avversario. Anche durante gli esercizi di condizionamento si lavorerà per reparto e sarà un’attività motivante per i ragazzi dato che l’allenamento sarà molto interattivo e performante.

Quando mancheranno poche settimane al via del campionato 2019 gli allenamenti diverranno più intensi e più interessanti: infatti i coaches cureranno l’installment degli schemi di gioco… ma per ora è inutile parlarne.

Alla fine dell’allenamento i ragazzi escono dal campo esausti, teste basse, nessuno parla. Gli allenatori sono soddisfatti del lavoro eseguito. “Ai ragazzi chiediamo di dare il massimo negli esercizi, chiediamo di non saltare gli allenamenti, di impegnarsi e di non sopravvalutarsi mai. Le prestazioni atletiche che faremo nel giorno della partita le stiamo preparando in queste settimane: come coaches siamo convinti che nessun atleta possa avere eccellenti performance in partita e pessime performance negli allenamenti. Gli atleti devono capire che non esiste alcun meccanismo che trasforma un atleta poco allenato in un super giocatore per la gara del sabato; certamente l’adrenalina nel giorno della partita aiuta… ma non fa miracoli”.

Sono oramai le 23.30… la maggior parte delle persone è a casa o in un letto morbido. In campo, negli spogliatoi, o nel parcheggio, i ragazzi stanno parlando di football e del prossimo allenamento. Chiedo ai coaches quali motivazioni stanno fornendo ai ragazzi. Le loro risposte mi stupiscono in positivo: “Ci alleniamo duramente per imparare ad avere l’abitudine al successo; lavoriamo molto per costruirci l’opportunità di diventare una squadra vincente. Oggi ci alleniamo per migliorare noi stessi come atleti e in ultimo come persone; ci alleniamo per migliorare e per vincere nello sport o nella vita”. Maggini riassume la filosofia dei nuovi Bengals: “Spesso ai miei ragazzi parlo di Attitudine: avere l’attitudine, attitudine per, a… … cosa è l’Attitudine? Fare ciò che sappiamo necessario fare – ossia allenarsi molto e bene – anche quando manca la volontà di farlo. Trovare in se stessi la forza e la motivazione: questa è Attitudine. Attitudine al lavoro = attitudine al successo. Le squadre vincenti sono quelle che hanno una vision, ossia hanno sviluppato Attitudine”.

GO BENGALS!

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